giovedì 14 febbraio 2008

If you're feeling sinister

E' mezzogiorno e mezzo di un assolato mercoledì 13 febbraio quando esco dalla fac, 12 place du panthéon, e sono fermato da un tizio del partito marxista leninista. Che, come tutti i tizi del partito marxista leninista, mi invita ad un ciclo di conferenze sul socialismo e mi chiede il numero di telefono. Il tizio mi parla in francese con un accento italiano clamoroso ma io faccio finta di niente e mentre lui finisce di parlare penso a tutte le scuse a cui posso aggrapparmi per liquidarlo, già utilizzate o inedite. Perché, che sia francia o italia, se lasci il tuo numero a un tizio del partito marxista leninista il tuo cellulare non avrà mai più pace e allora, quando proprio sei braccato, è di fondamentale importanza avere una scusa pronta. A firenze una volta dissi che ero iscitto ad alleanza nazionale e che, insomma, la conferenza su mao non è che accendesse esattamente i miei fervori rivoluzionari. Scusa miseramente affondata: il tizio, alla notizia della mia appartenenza destrorsa, prima ha cercato di convertirmi e poi di invitarmi comunque per partecipare al dibattito. La volta dopo cambiai tattica e schieramento politico: iscritto a rifondazione comunista. Della serie: mi interesso già di politica, sono già impegnato a sinistra, la rivoluzione proletaria alle origini del ventunesimo secolo non è proprio al centro delle mie preoccupazioni. Non l'avessi mai fatto: il tizio si è illuminato, credeva di avere di fronte un compagno che aveva perso la bussola rivoluzionaria ed era stato arruolato da quell'esercito del male chiamato "socialdemocrazia/istituzioni democratiche". Risultato: bottone infinito, giuro i n f i n i t o, nel vialetto di novoli, che spaziava da bertinotti, che se fosse stato un vero comunista non avrebbe dovuto diventare presidente della camera, alla guerra in libano, che si poteva fermare solo con una rivoluzione degli operai di tutte le industrie petrolifere del mondo arabo. Altro che missione onu.

Ieri, visti anche i pessimi risultati conseguiti in casa, ho approfittato della mia situazione di studente erasmus: no, guarda, sono straniero, ho finito il mio erasmus e purtroppo il 18 febbraio me ne torno in italia. Tutto funzionava alla perfezione, solo un dettaglio mi è sfuggito: l'italia. Il tizio mi ha detto che anche lui era italiano -ma dai, non l'avrei mai detto- e anche lui di firenze -tombola. Che aveva vissuto a bagno a ripoli, che aveva fatto il mio stesso liceo, che si era iscritto a filosofia. E ora, neo-laureato, si era trasferito in francia per cercare di costruire anche qua il partito e reclutare nuovi adepti. Che peccato che di lì a una settimana sarei dovuto partire. “Dai, prendi almeno l'edizione francese di lotta comunista...”

5 commenti:

Anonimo ha detto...

oddio, quando andavo al liceo li incontravo spessissimo e una volta ho fatto l'errore di dare il mio numero. mi hanno chiamato a ruota e io ogni volta dicevo che sarei andata ai loro incontri e poi davo palesemente buca. le volte dopo ho sempre dato un numero falso ma ho scoperto che ora un mio amico dell'università sta seguendo i loro incontri e si compra anche il loro giornale! argh!

Anonimo ha detto...

Io lascio sempre il numero sbagliato, le ultime due cifre sono random... :)

Anonimo ha detto...

OT

tu raterais ça?

Anonimo ha detto...

ma dai
firenze come parigi
ma davvero il 18 finisci l'erasmus??

Anonimo ha detto...

offlagadiscopax a mtv da carletto pastore: quel "lurido clerk e arroganto bottegaio indegno della roba che vende lì dentro".
Dovrebbe partire Robespierre ma..."siamo in tempo di elezioni e il video non ve lo possiamo far vedere tutto...ma un estrattino si..."

DISGUSTORAMA

chi non viene è un infeltrito