domenica 23 dicembre 2007

Heima

L'odiata ryanair, dopo qualche peripezia e il rischio di perdere quell'aereo, ci ha riportato a casa. Stanchi morti e mezzi malati, ma, insomma, ci sono due settimane fiorentine per riprendersie recuperare.

Intanto QUI c'è la recensione del concerto di mùm e seabear al trabendo di qualche settimana fa.

mercoledì 19 dicembre 2007

Dato che

Dato che non ho tempo per scrivere quel post che mi ronza in testa da oggi all'ora di pranzo sulla mensa universitaria di parigi lascio, nell'attesa -che immagino spasmodica-, il link a un gioco che farà impazzire mio fratello. Tema: geografia.

TRAVELLER IQ CHALLENGE

il mio record è 421,700 punti. Chi mi batte?

lunedì 17 dicembre 2007

Christmas Time

A parigi è arrivato il clima natalizio. Ce se ne accorge dalle lucine per strade, dal freddo, dal mio raffreddore e mal di gola. Dal fatto che piano piano gli studenti erasmus cominciano a rimpatriare, che si fanno gli esami e che si comprano regali, per gli altri e per sè. Dalla ghirlanda che campeggia sulla porta rossa del quinto piano senza ascensore del 136 rue du faubourg poissonniere, dalle finestrelle sul calendario dell'avvento, da che a pensarci mancano meno di sei mesi alla prima data che mi vedrò del tour dei radiohead, dalla pista per pattinare sul ghiaccio di fronte all'hotel de ville. Dalle cene assieme per salutarci, dalle visite graditissime, dal fatto che nevischia e che io spero che nevichi, dal fatto che dovevamo andare a pattinare e poi non siamo andati.


mercoledì 12 dicembre 2007

Galon d'essai

Mentre l'italia è bloccata dai camionisti (ho notizie piuttosto frammentate su quello che succede, però almeno un quarto dei miei contatti su messenger ha come messaggio personale "camionisti di merda") e al 136, rue du faubourg poissonniere il tradizionale e pittoresco puzzo di camembert ha lasciato spazio a un inspiegabile puzzo di bruciato, ripasso per il mio primo vero esame in terra francese, prova finale dei travaux dirigés di diritto internazionale (in termini italiani: primo parziale). Il fatto che fino a qualche giorno fa ho creduto che il nome francese di questa prova fosse
galon d'essai quando invece si chiama galop d'essai evidenzia piuttosto bene quali rosei orizzonti si schiudano davanti a me.

ps se i camionisti italiani fossero cazzuti quanto gli cheminots e il governo italiano fosse inamovibile quanto quello di sarko sarebbero grossi problemi. mi sento di rassicurare: tranquilli, lettori italiani, non morirete di fame.

sabato 8 dicembre 2007

Il punto

Ultimi giorni segnati, oltre che da pioggie torrenziali e incessanti, da:
-mercoledì 5 dicembre: schiaccianoci all'opéra bastille. Da qualunque lato si prenda (eccetto forse quello, marginale tra l'altro, della danza, di cui non è che capisca granché) molto bello: musica, teatro, scenografie, attesa -iniziata alle quattro per prendere uno dei sessantadue posti a cinque euro di uno spettacolo esaurito per un mese e mezzo di rappresentazione con biglietti che minimo costano cinquanta euro e passata a ridere e giocare-, parigi illuminata vista dall'ultimo piano dell'opéra.
-giovedì 6 dicembre: my blueberry nights (titolo italiano: un bacio romantico). Uno dei film più lenti e noiosi che la storia cinematografica recente ricordi, riesce comunque a piacere un po' a tutti: i ragazzi possono scegliere tra norah jones e natalie portman (io prendo natalie), le ragazze possono consolarsi con jude law.
-venerdì 7 dicembre: esposizione di courbet al grand palais. Diciamo che courbet non è proprio uno dei miei pittori preferiti. Tanto che le cose che mi sono piaciute di più sono i paesaggi, quelli che, parlando di courbet, nessuno prende mai in considerazione
-venerdì 7 dicembre: mùm al trabendo. Quello che temevo potesse essere un concerto a rischio sbadiglio si è rivelato forse il più bello che abbia visto a parigi. Islandesi un po' ovunque: sul palco, a vendere magliette e tra il pubblico, muniti di bandiera. Ora e mezzo di concerto volata e musica che riesce a svuotare la mente da qualunque pensiero, in un trabendo in assoluto e quasi irreale silenzio, che rendeva ancora più potenti melodie e atmosferee. Recensione in arrivo.

lunedì 3 dicembre 2007

House of cards

Credo di aver incontrato in tutta la mia vita tre persone che non sapessero dove fosse firenze.
Il primo era un pescatore di salmoni che pescava dalla sua barca a remi in un lago finlandese dimenticato dagli uomini e in compenso infestato di zanzare. Quando l'ho incontrato avrò avuto quindici o sedici anni e mi ricordo che era bravissimo a pescare salmoni, a cuocere i salmoni e a farli affumicare sulla legna. A un certo punto ci chiese da dove venivamo e quando noi gli dicemmo firenze lui disse "che cos'è firenze?".
La seconda è stata una ragazza norvegese, nata a tromso, laureata in biologia artica. Preparava uno studio sulle volpi che vivono al polo nord e nel frattempo faceva la guida polare per guadagnare un po' di soldi. Si chiamava elise ed era anche piuttosto carina, girava sempre con una giacca a vento blu e aveva gli occhi verdi che più verdi non si può. "firenze: quindi venite dal sud dell'italia?"
Il terzo è il nostro vicino nonché padrone di casa. Per comodità e per tutelare la sua privacy gli daremo un nome di fantasia e lo chiameremo Philippe. Ecco, Philippe dopo avermi chiesto per la decima volta in tre mesi da dove venivo ha deciso di fare il grande passo. Dopo nove volte in cui alla mia risposta firenze si limitava ad annuire, ha sentito che era l'occasione buona per giocarsi il jolly: "firenze, vicino a venezia, no?".
Ora, il mio rapporto con firenze è un po' controverso. Diciamo che non sono uno di quelli (leggi: parigini. ma è un virus diffuso a macchia d'olio su tutto il globo) che reputano la città in cui sono nati e in cui vivono il posto più bello del mondo e da cui mai se ne andranno. E lasciamo stare la ricercatrice di volpi artiche e il pescatore di salmoni che hanno ottime ragioni per ignorare l'esistenza di una città chiamata firenze (se mai passaste di qui -peccato non ci sia una versione del blog in finlandese o in norvegese- sappiate che non vi perdete granché); ma tu, philippe, che abiti a parigi, forse dovresti sapere dove sta firenze. Perché ha segnato un pezzo di storia dell'europa.
Tutto questo discorso per dire che firenze, pensa un po', è perfino la mèta preferita di thom yorke. Lo dice nelle prime righe di questa intervista uscita oggi sul sito di repubblica. Ma di radiohead ci sarà abbondantemente modo di parlare nei prossimi giorni.