domenica 9 marzo 2008

Un weekend ad amsterdam (parte seconda)

Il cibo
L'ostello offriva una colazione abbondante, buona e, soprattutto, compresa nel prezzo della camera. Caricavamo i nostri vassoi all'inverosimile, riempivamo i panini, li avvolgevamo nei tovaglioli e poi, furtivi, li facevamo finire nella borsa. E quello diventava una parte dei nostri pranzi. A colazione c'era un po' di tutto: affettati, pane, succhi multivitaminici, improponibili caffé, marmellate. E burro di arachidi, da cui ho seriamente rischiato la dipendenza: quel gusto di nocciolina deve in qualche modo incidere sulle sinapsi e non appena comincia a tornare un po' di fame la prima cosa a cui viene da pensare è "burrodiarachidi-burrodiarachidi". Roba sana e nutriente, tra l'altro. Comunque ne sono uscito, tranquilli: mi sono imposto di non cercarlo al supermercato sotto casa qui a parigi e, passata ormai una settimana, il tunnel del burro di arachidi sembra un ricordo lontano.
Ad amsterdam ho pure mangiato le patate fritte più buone della mia vita. Per mangiare una vera pizza bisogna andare in italia, per le patate fritte belgio o olanda. Non c'è storia, sono le migliori del mondo.
Poi c'è il capitolo cena. Prima sera la sciagurata idea di andare a mangiare una pizza. Pizzeria da mimmo, margherita quattro euro. Bottiglia di acqua panna cinque euro. E non credo ci sia altro da aggiungere. Poi abbiamo capito tutto: quando vuoi mangiare tanto e spendere poco, in qualunque parte del mondo ti trovi, la parola magica è china. China, con rigorosa accezione per tutto ciò che è asiatico ed è preparato da gente con occhi a mandorla, mica solo ristorante cinese. E il china che si è conquistato il nostro cuore è stato wok to walk, catena di negozi sparsi per la città dove abbiamo mangiato tanto, bene e spendendo il giusto.

La città
Ad amsterdam non ci sono grandi monumenti da vedere. Niente chiese, cattedrali, palazzi di una qualche rilevanza storico-artistica. Ci sono tre musei, di cui due sono in ristrutturazione e sono aperti solo in parte. Però si respira un'atmosfera molto particolare ed è bello e piacevole camminare lungo le strade che fiancheggiano i canali. Amsterdam poi è una città piena di giovani, piuttosto economica, invasa da una quantità spropositata di biciclette. Mi è piaciuta, mi è proprio piaciuta.

Le biciclette
Tutti ad amsterdam hanno una bicicletta. Forse ci sono più biciclette che abitanti, ad amsterdam. Mai viste così tante biciclette, che, ok, sarà anche tutta pianura e le distanze non troppo grandi, ma vi assicuro che fa freddo e c'è tanto vento. E vento e freddo non è che siano esattamente i migliori compagni di pedalate che si possano immaginare.
Nel sistema di circolazione del traffico ad amsterdam le biciclette hanno precedenza su tutto e tutti. Come se con una critical mass i ciclisti avessero preso il potere e istallato la dittatura delle due ruote. Al secondo posto ci sono i tram. Tra l'altro ad amsterdam è impossibile salire su un tram senza biglietto: a metà vagone c'è una cabina con un tizio che vende i biglietti e se tu sali e non vai a dargli il tuo euro e sessanta comincia con un microfono a richiamarti. Ehi, tu con la sciarpa rossa. Sì, tu, seduto sul quinto sedile a destra... Al terzo e ultimo posto i pedoni che possono solo aspettare che siano passati tutti. C'è però una piccola consolazione: amsterdam è l'unica città al mondo dove i pulsanti sui semafori, quelli per far scattare il verde e che io credevo fossero unicamente destinati a far giocare i bambini, funzionano davvero. Quando è rosso schiacciate e tempo una decina di secondi e diventa verde. Che, insomma, non è mica roba da
poco.

1 commento:

DenItalienskepen ha detto...

e da oggi,nei parchi di amstedam, si può anche fare all'amore senza essere multati.Che personaggi sti olandesi...tutta un'altra pedalata!