venerdì 12 ottobre 2007

Vocabolario #1

Oramai trascorso il primo mese a parigi mi sembra opportuno fermarsi un attimo e fare il punto linguistico di questa esperienza, inaugurando una rubrica che spero di poter arricchire di mese in mese: il dizionario dello studente erasmus.

-truc: può voler dire più o meno tutto, traducibile con “cosa/coso”. La totale assenza di significato preciso di queste quattro lettere ne rende particolarmente difficile l’utilizzazione da parte del non francese, che non riesce a comprendere come con una sola parola si possa indicare qualunque tipo di oggetto. Credo che per almeno un mese uno straniero potrebbe sopravvivere dignitosamente usando solo truc.
-c’est bizarre: assieme a c’est pas grave (vedi sotto), l’espressione che può aprire moltissime porte (tranne quelle della fleche d’or quando il buttafuori fascista ha deciso che non vi farà entrare). Da usare sempre, anche quando apparentemente non c’entra niente. I francesi apprezzeranno molto. Un c’est bizarre non sfigura mai, come il prezzemolo.
-joint : canna/spinello. Prestare particolare attenzione alla pronuncia, con l’accento sulla i: joìnt. Frequente l’espressione fais tourner le joint pronunciata ad alta voce negli autobus notturni della capitale francese, quando comincia a levarsi da qualche sedile neppure troppo nascosto un inconfondibile odore di cannabis in combustione.
-il n’y a pas de quoi : si vocifera in ambienti studenteschi che rispondere con naturalezza il n’y a pas de quoi, non c’è di che, a chi vi dice merci segni il raggiungimento del perfetto ambientamento in mezzo al popolo francese. Diventate uno di loro, e perfino il trasporto della baguette sotto l’ascella non causerà più alcun tipo di imbarazzo.
-connard/merde/putain: volgarità varie, di cui il significato mi sembra piuttosto evidente, molto usate nello slang, assolutamente incomprensibile, della gioventù parigina. Che, per facilitare la comprensione da parte del giovane straniero, comunica di frequente invertendo le lettere delle parole. Sembra un’immane puttanata, invece è tutto vero.
-c’est pas grave: l’espressione regina, quella in assoluto più ricorrente in tutte le conversazioni in francese. Traducibile con “niente di grave” o, meglio, con un meno formale e più giovanile “tranqui” o “blando” si adatta più o meno a tutti i contesti. Dalla risposta a qualcuno che ringrazia alle prime parole da pronunciare, sofferenti, in un campo da calcetto, dopo una tremenda pallonata nelle palle.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahah non mi dire che ti parlano in verlan, sti francesi sono i miei miti!

(però dovevi metterci pure "enfin" là in mezzo!)

[enfin, c'est pas grave!]

Anonimo ha detto...

la Bindi no.... eccheccazo!