L'autunno è stagione di agitazione e scioperi, anche in terra francese, tanto più che sindacati e associazioni locali non è che apprezzino più di tanto l'operato del governo sarkozy in materia economica e sociale. Si è iniziato a ottobre con le manifestazioni contro la nuova legge sull'immigrazione, che prevede test del dna sugli immigrati che intendono entrare e restare in francia regolarmente per i ricongiungimenti familiari. Una legge e un concetto -"immagration choisie"- di cui perfino un italiano, abituato a ben altro, riesce a stupirsi. Si è proseguito con lo sciopero dei sindacati della ratp, la società che gestisce i trasporti pubblici francesi, contro la riforma del sistema pensionistico. Considerate un paio di cose: in francia non esiste un servizio minimo garantito e neppure fasce protette; una città come parigi senza metro, autobus, rer è assolutamente paralizzata; lo sciopero è proclamato per un giorno e poi continua non si sa per quanto, l'ultima volta sono stati quattro giorni. Nei prossimi giorni, altro sciopero dei trasporti e poi il venti sciopero di tutti i dipendenti pubblici.
E in tutto questo gli studenti potevano forse restare con le mani in mano? Mercoledì scorso primi scioperi a tolbiac, uno dei punti della città dove sono dislocate le lezioni della mia facoltà, picchetti e blocco delle lezioni. C'è un'assemblea a cui partecipano milleduecento studenti e si vota per la continuazione dello sciopero senza termine. Il preside della facoltà, a questo punto, per fermare la protesta decide la chiusura della facoltà: se non ci sono corsi è impossibile impedirne lo svoglimento. Gli studenti venerdì vanno al centre panthèon, altro luogo della città dove si svolgono le lezioni della sorbona e dove io frequento i miei corsi. Sono una sessantina, facciamo sessantuno perché a questo punto ci sono anche io in mezzo, e vogliono parlare con il preside. Aspettano, tutti e sessantuno, sulle scale della presidenza; il problema è che il preside non c'è. Allora decidono che aspetteranno il preside lì: la facoltà, venerdì sera, è occupata. Sabato alle prime luci del giorno arriva la polizia e porta tutti fuori. Nel frattempo, torniamo all'altro luogo di svolgimento dei corsi, tolbiac, la facoltà è ancora chiusa. Il preside sa che non appena la riaprirà sarà di nuovo sciopero e picchetti. Convoca una delegazioni di studenti, ma niente accordo: la facoltà è riaperta oggi e subito c'è stato blocco dei corsi. All'una un'assemblea di circa mille studenti ha votato l'occupazione e la prosecuzione dello sciopero fino almeno a martedì tredici. Nel pomeriggio la force publique ha sgomberato, di nuovo, la facoltà.
Aggiornamenti sull'evoluzione della situazione nei prossimi giorni.
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4 commenti:
Ciao Francesino. Sono Giacomo. Ti ho mandato una mail qualche giorno fa all'indirizzo francescopedaccini@katamail.com, è giusta? Ti è arrivata?
Smack (vivabuddha@yahoo.it)
Non farti arrestare dalla polizia francese che devo venire a trovarti!
Ma si può sapere gli studenti per quale motivo scioperano??
attivi gli studenti francesi! qui la politica non si sa pià neanche che cos'è..
(intanto qui a firenze mi sono ri-vista i miei amati interpol...)
baci
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